Strategie cosmopolitiche per la difesa dell'acqua nel territorio di Mapuche-Huilliche

Abstract

Il significato dell'acqua che organizza le strategie cosmopolitiche dei territori Mapuche-Huilliche, acquisisce una rinnovata importanza di fronte all'attuale contesto di privatizzazione dei diritti di utilizzo dell'acqua in Cile.
Il caso della comunità MapucheHhuilliche di Rupumeica costituisce un esempio unico in Cile di esercizio politico indigeno in cui la costruzione di un progetto idroelettrico viene interrotta per dieci anni. Per raggiungere questo obiettivo, la comunità Rupumeica ha difeso l'acqua in nome dei suoi miti, dei suoi riti, degli spiriti che possiedono il territorio in cui vivono e dei loro antenati che popolavano quel luogo; nonché per conto dei loro titoli di proprietà rilasciati dallo Stato del Cile e dalla Convenzione 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), firmata sia dallo Stato cileno che da quello norvegese (nazione alla quale appartiene SN Power, una società che vuoi costruire detto progetto).
Questo articolo cerca di esprimere il carattere acquisito dal ngen (spiriti proprietari), in particolare il ngen-ko (proprietario dello spirito da água) e il chao-ngenechen (unità base, materiale-immateriale) nell'articolazione delle strategie cosmopolitiche da rivendicare Partecipazione di Mapuche-Huilliche alla gestione del proprio territorio. Tale partecipazione ha impedito la costruzione della diga idroelettrica Maqueo, che propone di deviare 6 fiumi e inondare circa 180 ettari dei loro territori abitati ancestrali, sulle rive del lago Maihue, comuni di Futrono e Río Bueno, nella regione di Ríos (Ande meridionali, Cile meridionale). Alla ricerca della comprensione delle strategie e pratiche cosmopolitiche di protesta presenti nel conflitto, esiste un disaccordo radicale sulla possibilità di un'apertura ontologica, che rivendica la territorialità, la casa e il lignaggio, contro le trasformazioni territoriali imposte dallo sviluppo economico nazionale. In questo senso, il disaccordo che emerge tra ciò che si considera "il tutto" (lo stato nazionale) e l'esistenza di ciò che lo supera (la cosmopolitica indigena che non lascia alcun segno sulla storicità dello stato nazionale).